Piede piatto – Conseguenza sugli arti inferiori

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Piede piatto – Conseguenza sugli arti inferiori

Il piede piatto è la deformità più frequente in età pediatrica ed è caratterizzata da Valgismo del retro piede, riduzione della volta plantare e da abduzione dell’avampiede.

L’osteopatia tratta i problemi di appoggio plantare con un ampio margine di successo.

È doveroso capire come si sviluppa il piede di un bambino: Il bambino comincia a camminare intorno al primo anno di età e fino ai 2-3 anni presenta un piede piatto, condizione fisiologica che non deve destare preoccupazione. piede-piatto-risolvere-con-l-osteopatiaMan mano che il bambino cresce, l’azione dei muscoli, che si sviluppano camminando, correndo, facendo attività fisica, permetterà la formazione dell’arco plantare.

I muscoli che regolano l’ampiezza dell’arco plantare partono tutti dall’arto inferiore, in particolare dalla gamba (in anatomia, per gamba, si intende il segmento sotto il ginocchio). Questi muscoli sono principalmente il muscolo tibiale posteriore e il muscolo peroneo lungo, oltre che, in maniera accessoria, anche i muscoli flessori delle dita e il muscolo tibiale anteriore.

Quando però si verifica un rallentamento o un inceppamento di questi meccanismi, per cui la volta plantare tarda ad assumere la sua forma normale o non si forma affatto, ci troviamo di fronte ad un piede piatto.

Sia in caso di piede piatto che di piede cavo, generalmente, l’origine della disfunzione è localizzata a monte, molto spesso a livello del bacino o più in alto (alterazione della colonna vertebrale), questo perché i muscoli che regolano l’ampiezza dell’arco plantare partono tutti dall’arto inferiore. Raramente il piede è coinvolto in maniera diretta.

Chiedo sempre ai genitori dei bambini che vengono a trovarmi in studio per una consulenza, di mettersi in piedi e di effettuare una rotazione dell’anca verso l’interno e verso l’esterno e vedere cosa fa il loro piede. Ovviamente ruota. Perciò se hai un problema al bacino, ad esempio una limitazione di rotazione all’anca, il tuo appoggio plantare cambia.

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L’età corretta per una prima valutazione del piede è tra i 5 e i 7 anni, a meno che il pediatra non solleciti per una visita precoce. La valutazione ha inizio con un esame podoscopico, esame di tipo statico che risulta importante per rilevare l’impronta plantare.

A questo esame, segue una valutazione posturale globale del bambino, al fine di poter indicare il percorso terapeutico più adatto in una fase di crescita così delicata. Percorso terapeutico, che mira al riequilibrio posturale globale del paziente tramite tecniche osteopatiche, esercizi posturali e rinforzo muscoli del piede (Camminare sul bordo esterno del piede; Afferrare delle biglie di vetro, adagiate per terra, con le dita dei piedi;  Afferrare ed arrotolare un fazzoletto, adagiato per terra, con le dita dei piedi; Afferrare una matita con le dita dei piedi, e trattenendola tra esse, camminare sui talloni).

Quindi attraverso l’osteopatia, esercizi di rinforzo muscolare e posturali, utilizzo di plantare, il bambino può camminare correttamente, senza ricorrere a interventi chirurgici.

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