Il dolore al gomito rappresenta un motivo di consultazione frequente nel mio studio osteopatico.
Il gomito, come tutte le articolazioni è soggetto a traumi meccanici e sforzi eccessivi.
La più comune affezione dolorosa è l’ Epicondilite o gomito del tennista, il paziente lamenta dolore sulla parte esterna del gomito, intorno alla zona dell’epicondilo, un osso che si trova in prossimità del gomito.
Il dolore si accentua quando cerca di afferrare un oggetto con la mano o in movimenti come aprire una bottiglia, girare la maniglia di una porta o sollevare un peso.
Quando il paziente avverte dolore alla parte interna dell’avambraccio, invece, potrebbe trattarsi di “gomito del golfista” o #epitrocleite. Anche in questo caso, il disturbo riguarda chi compie movimenti ripetitivi, soprattutto di tipo rotatorio (es. usando un cacciavite per avvitare) o sia esposto, per motivi occupazionali, alle sollecitazioni ripetute di un martello pneumatico.
Generalmente il dolore al gomito non è un problema particolarmente invalidante ma risulta essere molto fastidioso poiché è piuttosto persistente e può anche durare mesi.
Nei casi più semplici una disfunzione osteopatica è presente a livello dell’articolazione del gomito e può interessare indistintamente o il capitello radiale o l’articolazione omero ulnare, in questi casi è sufficiente correggere la parte in disfunzione per avere un sollievo pressoché immediato.
Valuteremo e tratteremo tutta la catena muscolare dell’arto superiore, osservando la corretta mobilità dei distretti anatomici correlati quindi la componente muscolo scheletrica che permette i movimenti a livello della mano, a livello del gomito, a livello della spalla, del cingolo scapolare e rachide cervicale.
Terapie antinfiammatorie o tutori ortopedici possono aiutare se ripristinata la fisiologica biomeccanica articolare.
L’Osteopatia rappresenta una soluzione ottimale poiché lavora proprio sulla funzione meccanica dell’articolazione del gomito permettendo una risoluzione del problema in maniera stabile e duratura.
Protocollo di Stretching per epicondilite
Gli esercizi di stretching dell’unità mio-tendinea hanno la funzione di mantenere la fisiologica lunghezza dei gruppi muscolari interessati, permettendo una piena escursione articolare ed il recupero del giusto equilibrio tra muscoli agonisti ed antagonisti. L’allungamento deve essere mantenuto alla massima tensione possibile, senza dolore, per 10-15 secondi e ripetuto 5-10 volte.
Esercizio 1
Esercizi di stretching dei muscoli flessori del polso. Allunga il braccio dolente in modo che sia perpendicolare al torso, con l’avambraccio rivolto verso l’alto. Volta il dorso della mano in modo che le dita guardino verso il basso. Con la mano opposta, afferra le dita spingendole indietro verso il corpo, finché non senti un leggero allungamento nell’avambraccio.
Esercizio 2
Esercizio di stretching dei muscoli estensori del polso. Allunga il braccio colpito in modo che sia perpendicolare al torso, con la mano chiusa a pugno. Usa la mano opposta per afferrare il pugno e spingerlo verso il basso in modo che il braccio rimanga steso e il polso sia rivolto verso il basso.
Esercizio 3
Mantenere l’arto superiore con il gomito esteso, con il palmo della mano rivolto verso il pavimento; estendere il polso e le prime 3 dita . Successivamente ruotare il capo dalla parte opposta al braccio esteso.
Dottor Domenico Augello – info@osteopatiaaugellodomenico.it – 320 0663924